di Diego Cuoghi


Dario Fo, che purtroppo di recente sembra essersi convertito alla storia dell’arte modello esoteric-new-age, ha affermato in una intervista che «Dan Brown c’ha azzeccato su una cosa: tra i partecipanti alla cena c’è una donna, ed è Maddalena. Leonardo avrà usato magari un modello maschile, all’epoca era normale. Però le forme, i capelli, il collo, l’attitudine del personaggio è perfettamente femminile.» Secondo Fo l'apostolo Giovanni sarebbe stato «sacrificato apposta per inserire Maddalena». Nel suo recente libro/lezione sul Cenacolo di Leonardo, Fo ha poi ribadito il concetto arrivando ad affermare, in un brano in cui commenta altri dipinti con lo stesso soggetto visti in una mostra milanese sul Cenacolo leonardesco, che «nella gran parte di queste ultime cene si nota sempre la presenza di una donna di fianco a Gesù, evidentemente la Maddalena, che spesso si ritrova abbandonata tra le braccia del Messia» (a questo argomento ho dedicato un’altra pagina web intitolata “Maddalena? no, si sbaglia, sono Giovanni”).
A Dario Fo però non bastava aver semplicemente riproposto l’ipotesi resa celebre da Dan Brown (che a sua volta l’aveva pedissequamente ricopiata da La rivelazione dei Templari di Picknett e Prince) e diffusa da una lunga schiera di scrittori di misteri, così di recente ha voluto rivelare al mondo non solo la presenza di un'altra Maddalena della quale nessuno conosceva l'esistenza, ma pure quella del figlio segreto della stessa donna e di Gesù. Lo sconvolgente dipinto con questa “sacra famiglia eretica” non si troverebbe nascosto in chissà quale remoto edificio sconosciuto ai più, ma da secoli sarebbe sotto gli occhi di appassionati d'arte e di milioni di turisti tra le scene della vita di Cristo dipinte da Giotto a Padova nella Cappella degli Scrovegni. La scena “incriminata” sarebbe quella, riprodotta in tanti libri di storia dell’arte, che racconta la cacciata dei mercanti dal tempio.

Secondo quanto Fo ha dichiarato al
Corriere della Sera, Maddalena era per Giotto «una figura che deve averlo colpito molto. Che tornerà in uno dei sublimi dipinti della Cappella degli Scrovegni, dove tra le Storie di Cristo Giotto fa comparire un bambino, rifugiato nelle vesti di un personaggio misterioso, spacciato sempre per un apostolo, in realtà, a ben guardare, proprio Maddalena. Quel bimbo è il figlio suo e di Gesù»
In un successivo
articolo, sempre sullo stesso quotidiano, Fo ribadisce che «ritraendo Gesù che caccia i mercanti dal tempio, Giotto inserisce la presenza di un bimbetto che, spaventato, si va a rifugiare nel grembo di una donna: Maddalena, sul cui capo troneggia un' aureola. Quel bimbo, fa intendere il pittore, si aggrappa alla madre quasi a chiederle protezione dallo scoppio d' ira di un uomo che aveva sempre visto sorridente. Suo padre, Gesù».

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Il bambino che Dario Fo ha identificato come il figlio di Gesù e Maddalena è il quello vestito di rosso, che si aggrappa al vestito del personaggio aureolato che, secondo l’attore, sarebbe sua madre.

Quali indizi suggerisce Dario Fo per l'identificazione di quella figura con quella della “sposa di Gesù”, tanto di moda tra i moderni gnostici della domenica? Nessuno se non una immaginazione letteraria assolutamente infondata. Nessuna spiegazione e tantomeno documento, un indizio storico o iconografico, nè negli articoli citati e neppure negli appunti datati 2005 reperiti in una pagina intitolata “
Dario Fo – studio su Giotto – 20 agosto 2005” scaricabile dal sito di Franca Rame. In quel testo leggiamo semplicemente: «Che significa ancora la Cacciata dei mercanti dal tempio, espressa con tanto furore: animali che fuggono terrorizzati insieme a un bambino che corre a nascondersi fra le sottane, anzi nel grembo, di un apostolo che si scopre essere una madre, anzi la Maddalena, madre del figlio di Gesù?».

La cosa migliore, per verificare se in quel personaggio Giotto ha davvero voluto raffigurare Maddalena, è fare come dice Fo. Proviamo dunque “
a ben guardare” il dipinto e in particolare la scena che si svolge sulla sinistra.



Il personaggio che accoglie il bambino impaurito fa parte del gruppo degli apostoli, capitanati da Pietro, e indossa un abito chiaro con sfumature beige e verdi. Ha i capelli un po’ ondulati, tagliati appena sotto la nuca e la manica del vestito presenta un bordo decorato.

Proviamo ora a cercare tra le altre scene della stessa serie di affreschi per verificare se questo personaggio rassomiglia a Maria Maddalena. Troviamo infatti la Maddalena nella
Crocifissione, Lamentazione, e Noli me tangere e probabilmente nella Resurrezione di Lazzaro.




Nella prima scena vediamo due donne chinate a implorare Gesù, sono Marta e Maria di Betania, le sorelle di Lazzaro. Una lunga tradizione ha identificato Maria di Betania in Maria Maddalena, ma in questo caso non possiamo essere sicuri che Giotto abbia fatto questa scelta iconografica in quanto di una delle sorelle vediamo solo il mantello rosso mentre quella in primo piano è diversa dalla Maddalena delle scene successive.

Nella
Crocifissione però non ci sono dubbi sull’identificazione della donna inginocchiata ai piedi della croce, con i tradizionali attributi iconografici dei capelli lunghi e fulvi che le coprono le spalle arrivando fino alla vita. La stessa Maddalena appare ai piedi di Gesù durante la Lamentazione e inginocchiata nella scena intitolata Noli me tangere, ovvero “non mi toccare” o “non trattenermi” (questa frase secondo il vangelo di Giovanni, venne rivolta da Gesù a Maddalena all’esterno del sepolcro, subito dopo la resurrezione).




Questa Maddalena che indossa un abito rosa e un mantello rosso, che in due scene mostra i capelli lunghissimi come in innumerevoli altri dipinti che la ritraggono, è forse simile a quel personaggio che accoglie il bambino impaurito?
No. E’ molto diversa.
Giotto avrebbe potuto rappresentare in modi così differenti lo stesso personaggio in scene che si svolgono in un breve arco di tempo? sicuramente no, infatti come si legge nel sito della
Cappella degli Scrovegni «Giotto si preoccupa di identificare con precisione luoghi e personaggi: le due scene contigue dell'Ultima Cena e della Lavanda dei piedi si svolgono in un identico ambiente, mentre gli Apostoli assumono i particolari fisiognomici e di abbigliamento che li renderanno facilmente riconoscibili lungo tutto lo sviluppo del ciclo.»

Rivediamo l’apostolo nella scena della
Cacciata dei Mercanti... no non è possibile scambiarlo per Maddalena.



Assomiglia invece, nel colore dell’abito e soprattutto nel taglio dei capelli, a un apostolo che si trova sia nella scena della Lavanda dei piedi che nell’Ultima Cena, rispettivamente a sinistra e a in basso a destra.

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Dell’ipotesi buttata lì senza alcun approfondimento da Dario Fo cosa rimane, se non la solita fuffa mysterica?

La cosa che dispiace di più, a chi come me ha ammirato e seguito Dario Fo in tanti suoi spettacoli negli ultimi trent’anni, è ritrovarlo oggi impegolato in questo esoterismo da supermarket, a sostenere con desolante mancanza di documentazione storico-artistica ipotesi finto-shocking che sembrano raccattate nei siti dei fans di Dan Brown o di programmi TV come
Voyager o Misteri. Che tristezza...